Definizione
Il lavoro agile, o smart working, è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall'assenza di vincoli orari o spaziali e un'organizzazione per fasi, cicli e obiettivi, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività.
Smart working, quindi, non è home/remote working, ma lavorare per obiettivi indipendentemente dal luogo e dal tempo. La definizione contenuta nella Legge n. 81/2017 pone l'accento sulla flessibilità organizzativa, sulla volontarietà delle parti che sottoscrivono l'accordo individuale e sull'utilizzo di strumentazioni che consentano di lavorare da remoto (come ad esempio: pc portatili, tablet e smartphone).
Adozione
L’emergenza Coronavirus ha dato un forte impulso all’adozione dello smart working, rendendo opportuna una riflessione sulle modalità e le competenze manageriali utili per governare i cambiamenti necessari nell’organizzazione del lavoro anche nel medio termine.
Prima del Covid-19, in media, le aziende che avevano attivato lo smart working erano il 39% al Nord, per il 42% al Centro e il 36% al Sud. Quasi un lavoratore su tre in Italia era interessato da modalità di lavoro smart e le PMI risultanavano lievemente più flessibili delle grandi imprese nell’adozione dello smart working. Nel 2019 il lavoro agile riguardava, nel nostro paese, 570 mila lavoratori (stiamo parlando di un singolo giorno alla settimana, essenzialmente nelle grandi imprese). Un anno dopo lavorano da remoto 6,58 milioni persone, circa un terzo di tutti i lavoratori dipendenti italiani.
Ad un anno dal confinamento, lo smart working per molti è diventata la normalità.
Sono stati oltre 6,6 milioni gli italiani che dalla fine di febbraio 2020 hanno lavorato da casa e continuano a farlo anche adesso.
Si può dire che l’emergenza sanitaria sia stata la ragione principale che ha spinto molte aziende ad attivare lo smart working, anche se non mancano altre motivazioni quali i benefit per il lavoratore e le esigenze produttive dell’impresa.
Il Piano Organizzativo per il Lavoro Agile
l POLA è uno strumento previsto dal decreto Rilancio. Il provvedimento stabilisce che entro il 31 gennaio di ciascun anno (a partire dal gennaio 2021) le amministrazioni pubbliche debbano redigere, sentite le organizzazioni sindacali, il Pola (Piano organizzativo del lavoro agile). Il POLA individua le modalità attuative del lavoro agile prevedendo, per le attività che possono essere svolte in modalità agile, che almeno il 60% dei dipendenti possa avvalersene, garantendo che gli stessi non subiscano penalizzazioni ai fini del riconoscimento di professionalità e della progressione di carriera.
Lo Smart Working è il futuro?
Lo smart working aiuta certamente a conciliare i ritmi di vita e quelli di lavoro, portando dei vantaggi anche sul piano ambientale. Contrariamente allo stereotipo dell’impiegato che necessita di costante supervisione, questa modalità aumenta anche la produttività lavorativa. Esistono però dei contro piuttosto importanti, sia dal punto di vista economico che da quello psicologico. Nel primo caso ci troviamo di fronte a un calo dei canoni di locazione e ad un’importante contrazione dell’economia urbana, soprattutto nei grandi centri abitati. Prendendo in esame l’aspetto psicologico dello smart working, invece, è importante sottolineare che la legge vigente in Italia assegna al lavoratore nuovi diritti, primo tra tutti quello alla disconnessione, che consente di non essere sempre reperibili.
Una stima de il Sole24Ore rileva che in un prossimo futuro il lavoro agile possa stabilmente coinvolgere sette milioni di persone.
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