mezz'ora con...
Paolo MAGALDI, Deputy CEO Magaldi Power S.p.a.
METTIAMOCI PIÙ ENERGIA PER ATTRAVERSARE IL GUADO
C’è una vocazione intorno alla Ricerca e Sviluppo. Abbiamo 13 ingegneri (su 200) impiegati full time in questo reparto. Siamo una società che genera innovazione, produce brevetti. Il nostro motto è “Dependable technologies”.
Per i giovani sottolineo che, al di la' delle capacità, è fondamentale la motivazione. Bisogna sposare la causa, entrare in sintonia con l’imprenditore. Occorre, possibilmente, trovare un lavoro congeniale alle proprie attitudini, bisogna lavorare senza peso.il Sud è una molla, rende più creativi, ci fa industriare in maniera diversa per superare i gap che sperimentiamo rispetto ad alte parti del paese.
Ringraziamo per l’intervista Paolo Magaldi, Deputy CEO della Magaldi Power S.p.A., importante realtà aziendale nata e radicata nel territorio salernitano, capofila del Gruppo Magaldi, leader mondiale nella produzione di nastri trasportatori metallici per la movimentazione di materiali sfusi ed abrasivi, a temperature estremamente elevate o in condizioni di processo difficili.
​
-
Ci racconta un po' la storia dell’azienda, quando e come è sorta e come è stata l’evoluzione aziendale?
L’azienda nasce ne 1929 da un’intuizione di Paolo Magaldi, mio nonno, di rendere fiscale un brevetto del 1901, cioè una cinghia di trasmissione in pelle di bufalo. Questa cinghia ionizzata doveva trasmettere il moto dal motore attraverso le pulegge a più macchine. Questa cinghia era molto affidabile: era costituita da più liste di cuoio unite le une alle altre; qualora una venisse meno le restanti garantivano il funzionamento.
Questo prodotto garantì l’evoluzione aziendale fino agli anni ’60 quando la cinghia fu sostituita da un prodotto concorrente. Così si passò da cinghia per la trasmissione di potenza a trasporto di materiali. Essendo in pelle di bufala aveva una resistenza marginale al calore. Quindi mio nonno cominciò a fare delle prove e nacque il nastro SUPERBELT: invece di utilizzare catene e pignoni, elementi deteriorabili col calore, vennero usate piastre su una rete metallica. Mio padre, il cav. Mario Magaldi riuscì ad applicare il SUPERBELT anche a condizioni più critiche. Finché negli anni ’90 fummo chiamati da una centrale termoelettrica in Basilicata, che aveva problemi coi suoi impianti. Così, dando piena fiducia a mio padre istallammo il primo impianto per estrazioni di ceneri a secco.
Ora siamo un’azienda con 6 sedi estere, circa 200 ingegneri e la produzione di macchine a Buccino.
​
-
Per quanto riguarda il core business dell’azienda lei mi parlava del SUPERBELT?
Dal SUPERBELT si sono sviluppate una serie di applicazioni brevettate tra cui il MAC che è un estrattore delle ceneri, che utilizza solo l’aria per raffreddare la cenere pesante e questo consente di risparmiare l’acqua, di recuperare gli incombusti che andrebbero persi se raffreddati con acqua quindi c’è un incremento dell’efficienza della caldaia
-
Mi descrive la sua figura all’interno dell’azienda e l’intera parte dirigenziale dell’azienda.
È un’azienda a conduzione familiare. Mio padre, il cavaliere Mario Magaldi, è il CEO. Io sono Deputy CEO. Mia sorella, Letizia, si occupa dell’amministrazione, delle risorse umane, rapporti con banche e ambasciate. Mio fratello, Raffaello, si sta occupando della neonata divisione solare CSP. Mia mamma è grafologa e si occupa della selezione del personale.
​
-
Come è strutturata l’azienda?
Siamo innanzitutto una società di ingegneria che lega la produzione a brevetti. Avviene anche la produzione chiavi in mano.
Siamo un’azienda con struttura a matrice e presenta varie divisioni:
- POWER: core business
- BMH: promuovere frizioni in tutte le altre divisioni tranne POWER
- SERVICE: costituita da 15 persone dislocate tra Italia, Corea, Messico e Stati Uniti che si preoccupano di dare assistenza agli impianti
- STEM: è la nuova divisione del solare e energie rinnovabili.
Ci sono 9 dirigenti. Di sicuro l’ingegnere è la figura perno dato il tipo di società.
-
Nell’evoluzione aziendale un ruolo importante sicuramente ha avuto il R&D, mi può parlare delle peculiarità di questo reparto?
C’è una vocazione intorno alla Ricerca e Sviluppo. Abbiamo 13 ingegneri impiegati full time in questo reparto. Impieghiamo il 4% del nostro fatturato in R&D quando la media nazionale è 1-2%. Siamo una società che genera innovazione, produce brevetti. È vero che c’è un intero reparto dedicato ma è l’intero imprinting aziendale orientato allo sviluppo di nuovi macchinari. Il nostro motto è “Dependable technologies”.
​
-
Unisa quanto pesa in questo 4% e oltre a Unisa da quale altro partner commerciale attingete?
Molti dei nostri ricercatori vengono da UNISA, ma attualmente penso si possa fare di più, creare nuove sinergie. Il rapporto con UNISA è ridotto perché abbiamo poca conoscenza di quali sono le reali competenze provenienti dall’università, vorremmo una maggiore propensione a mostrare l’intero bacino di skills che escono da UNISA.
Stiamo collaborando con un dipartimento di UNINA sui letti fluidi, abbiamo altre collaborazioni importanti ma la maggior parte del nostro budget è investito in consulenze specifiche. Il 50% della R&D è costituito dai nostri 13 ingegneri, l’altro 50% sarebbero consulenze esterne.
-
Qual è una o più caratteristiche personali e professionali, soft e hard skills, che richiedete principalmente ai giovani?
Ciò che è fondamentale è la motivazione: bisogna sposare la causa, entrare in sintonia con l’imprenditore. Insomma ci vuole buona volontà, spirito di sacrificio e una buona dose di motivazione. Le persone vengono valorizzate, sono accompagnate in un percorso di crescita, chi vuole eccellere viene visto dall’imprenditore. Però, per noi, sicuramente l’esperienza, più delle competenze è fondamentale.
​
-
Il welfare aziendale in che modo è applicato in azienda?
Abbiamo un calendario formativo di 12 mesi che ci consente di amalgamare le conoscenze con una certa cadenza e periodicità, il reparto risorse umane accoglie le richieste dei singoli riguardo a ciò che vogliono approcciare. Puntiamo molto sulla formazione: prima di far ricoprire qualsiasi ruolo occorre un periodo di formazione. Anche perché il loro successo è il nostro successo.
-
Ha dei consigli da dare ai giovani che stanno ancora studiando? Su quali ambiti focalizzare la loro attenzione? Ci sono delle materie che meritano una segnalazione particolare?
Ovviamente è quasi scontato un’ottima conoscenza delle lingue e anche un’esperienza all’estero può fare la differenza. Un altro elemento peculiare è che bisogna trovare un lavoro congeniale alle proprie attitudini, bisogna lavorare senza peso.
​
-
Com’è la sua valutazione nei confronti dei tirocini aziendali?
Li reputo molto utili sia da parte del tirocinante che in al modo riduce il gap università azienda sia da parte del datore di lavoro che prende un collaboratore a costi contenuti.
​
-
Durante un colloquio, quali sono le caratteristiche professionali che la conquistano maggiormente?
Oltre all’analisi grafologica condotta a monte del colloquio, verrà condotto il colloquio dal responsabile del settore e verificato il possesso di alcune specifiche tecniche richieste. Ad ogni modo durante un colloquio bisogna essere il più trasparenti possibile.
​
-
Durante un colloquio, quali sono le caratteristiche personali che la conquistano maggiormente?
Un punto molto importante è il sacrificio e la dedizione sul posto di lavoro.
​
-
Una curiosità, questa volta a titolo personale: quanto l’appartenenza all’azienda Magaldi sin da giovane le ha dato e quanto le ha anche tolto non fare esperienze esterne?
Sicuramente è bene che un figlio di imprenditore si laurei e faccia esperienze in aziende equivalenti. Io sono un po' un ibrido: ho conseguito master e corsi di formazione alla Bocconi, corsi di formazione in Stanford. L’importante è recuperare tempo per fare esperienze esterne all'inizio, perché una volta che entri in azienda è difficile trovare tempo e voglia di allontanarsi. Chi acquisisce un’esperienza al nord, sia figlio di imprenditore che non, e la riporta al sud è molto prezioso.
​
-
Se Magaldi Power S.p.a. fosse sorta e sviluppata al nord sarebbe stata differente la situazione?
Tutti i giorni viviamo la preoccupazione di non poter attrarre più competenze. Ma è pur vero che il Sud è una molla, rende più creativi, ci fa industriare in maniera diversa. Quindi se da un lato il Sud può essere un deterrente, considerando un inferiore indotto che ci circonda in termini di società di servizi, fornitori, capitale umano, dall'altro siamo più “aggressivi” abbiamo più ”fame”: partiamo con un piede zoppo quindi ci mettiamo più energia per attraversare il guado, ciò si trasforma in creatività, dinamicità, ricerca e sviluppo, voglia di fare bene sempre e comunque.
-
Grazie
Nel ringraziarvi per l'intervista, ricordo che l’azienda Magaldi Power S.p.A è disponibile nei confronti di UIS ad accogliere eventuali interessati ad una breve “visita guidata” nei nostri stabilimenti a Buccino o nei nostri uffici a Salerno.
​
IL VIDEO